Vittorio Galigani, inizia la carriera alla fine degli anni 70 nel Perugia come braccio destro di quel monumento calcistico che è Silvano Ramaccioni. Poi passa come Direttore Sportivo nella vecchia serie C2 a Senigallia e arriva secondo, da li approda nel Milan di Giussy Farina. Un anno gira per il mondo e studia l’organizzazione di alcune società europee e sudamericane e nell’84 in Toscana l’attende il Prato e l’anno dopo va a vincere il campionato con Osvaldo Iaconi a Fano.
Nell’86 in serie B a Cagliari con mister Renzo Ulivieri , poi tre stagioni a Taranto, 2 a Pescara e 1 a Verona dove assieme a Eugenio Fascetti conquista la massima serie.
Altre due stagioni a Taranto con Ivo Iaconi, e poi Avezzano, Chieti, Trapani e 3 stagioni a Foggia.
Ritorna nella “sua” Taranto come Direttore Generale per 5 anni, poi Potenza ed infine Brindisi dove alcuni amici lo vogliono come Presidente cosiddetto Tecnico, ma da le dimissioni prima della metà del campionato.
1) Caro Vittorio, ci diamo del tu visto che ci conosciamo da qualche anno. Innanzitutto vuoi ricordare il nostro primo incontro?
Certo, con piacere. Qualche anno fa, quando ero direttore dell’ Avezzano. venimmo a Chieti e perdemmo, anche malamente. Fui costretto, quel giorno ed a malincuore, ad esonerare Di Pucchio. Tu eri fuori dello stadio che mi stavi aspettando, con altri tifosi del Chieti poi tutti diventati miei amici, per prendermi in giro e sbeffeggiarmi. Niente male come inizio.
2)Come sei arrivato a Chieti?
Proprio al termine di quella stagione la Società nero verde venne radiata. Buccilli divenne il nuovo presidente. Mi chiamò lui. Facemmo un miracolo e fummo immediatamente ripescati in C2. Grazie anche alla sua disponibilità di presentare in breve tempo la fidejussione per l’ iscrizione al campionato. Ricordo che andai personalmente a Roma per depositarla. Durante il campionato non ebbi un buon rapporto con Bruno pace ed a metà stagione me ne andai a Trapani.
3) Dopo l’esplosione di Fabio Grosso, l’ex presidente Buccilli disse che era stato lui a volerlo. Ma la verità qual’è?
Fabio giocava da mezza punta con la Renato Curi allenata da Ubaldo Righetti. Andavamo spesso a Città Sant’ Angelo per la partitina del giovedì. Non fu difficile scovarlo. Peraltro faceva gol a grappoli. Lo proposi a Buccilli che si rivelò entusiasta dell’ idea e lo tesserammo. Era Bruno Pace che inizialmente non lo voleva. Lupo a fine stagione lo sbolognò a Teramo in cambio di qualche “scapocchione” dell’ epoca. Quando rientrai a Chieti, prima che si chiudesse la campagna trasferimenti estiva, lo ripresi a giocare con noi. Il resto è storia dei giorni nostri.
4) Un ricordo bello ed uno brutto del periodo nero verde.
Bello? Il ritorno a Chieti per la seconda volta. Mi incontrai con Buccilli a Massafra e mi chiese di ritornare. Lo feci con grande entusiasmo. Brutto: dopo una gara persa in casa trovai la mia auto fuori dello spogliatoio distrutta da un incosciente.
5) Tra presente e passato le differenze del calcio di oggi. Presidenti, sistema, procuratori cosa c’è che non va in questo calcio che è sempre più malato?
La crisi economica ha deteriorato tante cose. Non esistono più i valori. Non vi è più rispetto. La “fame” del denaro porta molti addetti a comportamenti fuori luogo. Bellia, purtroppo per lui, è vittima anche di queste situazioni.
6) Ora cosa fa Vittorio Galigani?
Molte Società mi chiedono consulenze. Lo faceva anche Bellia a suo tempo. Mi diletto a scrivere editoriali su testate del settore. Con una mia Società organizziamo eventi. Una nostra rappresentativa ha partecipato all’ ultima edizione del torneo Città di Ostuni, ad agosto Osvaldo Jaconi, con il suo staff, allenerà l’ equipe dei disoccupati, nelle Marche. A settembre scuola calcio e un importante torneo per le categorie “pulcini” e Esordienti” con teste di serie Roma, Torino, Fiorentina e Pescara. Ma tanto, prima o poi, ritorno in pista.
7) Tenendo presente che conosco tutta la vicenda, in quanto sono stato presente nel prima durante e dopo, vogliamo raccontare ai tifosi neroverdi cosa successe davvero l’anno scorso quando eri in procinto di firmare per il Chieti. Dopo un anno è giusto che tutti sappiano la verità.
Dopo il tira e molla con Alessandro Battisti ricevetti una telefonata da Bellia. Sapeva che sarei tornato volentieri a Chieti. Parlai telefonicamente con lui e con Valter Costa. Chiesi esplicitamente di non farmi fare il viaggio a vuoto. Bellia si era già impegnato sulla parola con Morganti per farlo allenare. Ci incontrammo la mattina successiva. Con grande imbarazzo il presidente, comprese di aver sbagliato e prese tempo con Lele. Nel pomeriggio, a Termoli, incontrammo Dimeo consigliato a Valter Costa da Tambone. Durante il viaggio di andata lo stesso Tambone telefonò ripetutamente a Costa, voleva garanzie che sarebbe venuto lui a Chieti a fare il direttore. Diversamente avrebbe fatto saltare l’ accordo con lo stesso Dimeo. Poi sapete tutti come è andata. Cominciai ad avere i primi dubbi. Mi resi conto immediatamente che Bellia trattava con tutti (inutile fare i nomi dei soliti noti) direttori, procuratori, allenatori. Troppe intromissioni anche di chi aveva mansioni diverse. Una sera rientrando in albergo trovai sul piazzale due individui ( c’ eri anche tu, eravamo stati a cena assieme), persone da tenere alla lontana. Dissero che nella giornata avevano incontrato Bellia e si erano accordati per una gestione congiunta. Logicamente Bellia negò tutto ed iniziò con la “favoletta” che era confuso ed indeciso sul da farsi. Capìta l’ antifona feci i bagagli e me ne andai. Al momento di partire(tu eri di nuovo presente) mi telefonò in albergo pregando di rimanere fino a sera. Arrivò in ritardo, cantando il solito ritornello sulla confusione . Litigammo e questa volta me ne andai veramente. Non fui tenero nelle dichiarazioni.
L’attuale presidente nero verde in una conferenza stampa ha dichiarato che eri stato tu a sederti alla scrivania senza che nessuno ti avesse chiamato. Facciamo chiarezza. Galigani era alla ricerca di uno stipendio o sei stato contattato da Bellia? Lui cosa voleva da te?
Penso di essere stato esaustivo con la risposta precedente. Le bugie hanno le gambe corte e la mia educazione mi vieta di essere scorretto. All’ incontro con i tifosi tutti sapevano che non ero un intruso. Quando a domanda risposi che avrei allestito una compagine da sesto/settimo posto nessuno provò a smentirmi. Ero in contatto con Bellia da due anni. Gli avevo fatto anche delle cortesie e delle consulenze, peraltro apprezzate dallo stesso. Il rapporto era di stima reciproca e di sua piena soddisfazione economica. A suo vantaggio intendo. Bellia sapeva perfettamente che non ero alla ricerca di uno stipendio. Che conoscevo le difficoltà economiche della Società e che non ci sarebbero state complicazioni di sorta. A parole, valutata la mia esperienza, si trattava di riorganizzare la Società, nei fatti però mi resi conto immediatamente che la cosa sarebbe stata impossibile. Troppe le intromissioni. Debbo riconoscere che Paolucci e Battisti non si sbagliavano nelle loro asserzioni.
Durante un’incontro con i tifosi tu desti le garanzie di una squadra fatta con criterio, tanto è vero che alcuni tifosi presenti mi riferirono che solo la tua presenza aveva calmato gli animi, visto che c’era una contestazione in atto nei confronti della società, in quanto era saltata la trattativa con Pasquale Di Cosola.
Di Cosola non avrebbe mai acquistato la Società. Si era impaurito per l’elevata esposizione debitoria. Era necessario lo scambiarsi di garanzie che né Bellia né Di Cosola volevano rilasciare alla controparte. A differenza di quanto mi dici, Bellia ripeteva che avrei incontrato difficoltà con la piazza. Non accettava che la contestazione fosse nei confronti della Società e di chi, essendogli accanto, si intrometteva in argomenti di competenza altrui. Capii a posteriori il motivo per cui Alessandro (che portai io da calciatore a Chieti) si era trasferito con la sua scrivania nel settore degli spogliatoi.
Prendesti tu Pino Di Meo, ma poi arrivò Sandro Federico come Direttore Sportivo. Durante quei giorni ci fù il caos totale. I giornali riportarono solo i sentito dire o i rumors di qualche gola profonda societaria affinchè si attutisse il tutto.
Di Meo, come ho detto sopra era stato un contatto voluto da Valter Costa su pressione di Tambone. Noi ci avevamo parlato, ma non aveva ancora firmato. Sandro è stato mio giocatore. Non conosco la sua preparazione professionale come dirigente e non sono in grado di valutare. La squadra dell’ ultimo campionato è stata certamente fatta da sette o otto mani, oltre quelle di Bellia (Terrenzio). La prima volta che mi riparlai con Bellia lo sconsigliai a tesserare Mangiacasale e qualche altro (barese), ma inutilmente.
Che situazione societaria ed economica avevi trovato? Si parla di 700/800 mila euro.
Circa un milione di euro di debito consolidato.
Oggi con un passivo così enorme cosa rischia il Chieti e come si dovrebbe muovere?
Nell’ apposita graduatoria il Chieti sarebbe la prima ripescata al posto della Nocerina. Bisognerebbe però ricostituire il capitale sociale, predisporre la fidejussione bancaria, sanare le posizioni debitorie nei confronti dei tesserati entro il 25 giugno. Lo stadio Angelini andrebbe, nei tempi e nei modi, rimesso a norma dall’ Amministrazione Comunale. Bellia, da solo, in questo periodo non è in grado di assolvere a tali impegni. Andrebbe compreso negli errori (tutti li facciamo) ed aiutato per i sacrifici economici compiuti nel passato. Una parola in suo favore, in questo caso, mi sento di spenderla: le poste passive consolidate sono,da lui, garantite personalmente. Il territorio dovrebbe supportarlo ed aiutarlo nel costituire la garanzia fideiussoria per presentare la domanda di ripescaggio. E’ un peccato Chieti perda il patrimonio della categoria professionistica proprio nell’ anno della riforma dei campionati in lega pro. Su questa ultima considerazione sarebbe il caso ci riflettessero, seriamente, tutti. Anche i tifosi. Risalire dall’ inferno della serie D è difficile. Difficile ed estremamente oneroso. Di più che andare in banca e fare una fidejussione.
Questa intervista perché si domanderà qualcuno!!!
Intanto per amore di verità, perché troppe fandonie sono state dette in giro e troppa gente ha ancora l’anello al naso nella nostra città… Un altro motivo è che NESSUNO IN SOCIETA’ E RIPETO NESSUNO ABBIA PARLATO DI RIPESCAGGIO PUR AVENDONE LE POSSIBILITA’… FACCIO PRESENTE CHE LA CALCIO CHIETI FA ANCORA IN TEMPO A CHIEDERE L’AMMISSIONE IN LEGA PRO….. VOLERE E POTERE. L’altro motivo è che questi colori li amiamo….